JASON LADANYE: L’origine delle carte da gioco

Person Holding A Playing Car

Anche a voi continua ad apparire nei reels quell’uomo che fa magie con le carte: Jason Ladanye? Sì, parliamo proprio di lui, il maestro delle carte che in ogni video “roasta” chiunque provi a commentare svelandone il trucco (se non l’avete ancora visto, date un’occhiata qui). Ma prima di capire come faccia a fare certe cose, forse dovremmo risolvere una questione di base: da dove arrivano le carte da gioco?

Pensateci: avete tre opzioni. Potete totalmente ignorare la questione, tentare anche voi di scoprire il trucco dietro ogni mossa, o… partire dalle basi e capire come queste carte siano nate e abbiano attraversato epoche e culture. E così, per evitare di lasciare il solito commento solo per farvi insultare tutto il parentado femminile da Jason nel video successivo, eccovi qui la storia delle carte da gioco, dal loro viaggio millenario fino ai giochi che usiamo oggi.

Origini Cinesi: Dinastia Tang

Secondo la storica Patricia B. Ebrey in The Cambridge Illustrated History of China, le carte da gioco erano già popolari alla corte imperiale della dinastia Tang. Questi primi mazzi erano probabilmente usati in giochi simili ai dadi o agli scacchi, un passatempo perfetto per l’aristocrazia. E c’è di più: pare che uno dei giochi cinesi più antichi si basasse sulla combinazione di numeri per ottenere un “punteggio di fortuna”, anticipando ciò che sarebbero diventati, nei secoli successivi, i giochi di carte basati sui numeri.

Diffusione verso Occidente: India e Persia

Dalla Cina, le carte si diffusero verso ovest, passando per l’India e la Persia lungo le rotte commerciali.

(Che poi, diciamocelo, chi non si porta un mazzo di carte in viaggio? Forse non voi, ma di sicuro a chi stai pensando di mandare sto articolo è la persona giusta, già che ci sei mandaglielo va).

La storica Sylvia Mann, nel suo libro All Cards on the Table, descrive come i mazzi persiani fossero spesso circolari e decorati a mano, con temi che includevano figure mitologiche e i quattro elementi. Il mazzo persiano “Ganjifa” non era solo un semplice oggetto da gioco: veniva tramandato di generazione in generazione, con dettagli preziosi, come un vero e proprio simbolo di ricchezza e prestigio.

Arrivo in Europa: La Cultura Araba come Ponte

Le carte giunsero in Europa attraverso la Spagna e l’Italia, dove l’influenza della cultura araba aveva già radici profonde. Lo storico David Parlett in A History of Card Games evidenzia come i mazzi di carte del XIV secolo presentassero già i semi di coppe, denari, spade e bastoni, simboli che sarebbero diventati caratteristici dei mazzi italiani e spagnoli. In Spagna, i giochi di carte divennero così popolari che i semi stessi ricevettero nomi colloquiali: ad esempio, le coppe venivano affettuosamente chiamate “tacitas” (piccoli calici), e questa espressione viene ancora usata per indicare le carte spagnole in alcune regioni.

La Nascita dei Semi Francesi

In Francia, nel XV secolo, i simboli dei mazzi furono semplificati in cuori, quadri, fiori e picche, per riflettere le tecniche di stampa dell’epoca e facilitarne la produzione di massa. Michael Dummett, in The Game of Tarot: From Ferrara to Salt Lake City, sottolinea che questa scelta permise una maggiore accessibilità ai mazzi di carte. Inoltre, si ritiene che i semi francesi rappresentassero le classi sociali dell’epoca: i cuori per il clero, i quadri per i commercianti, i fiori per la nobiltà e le picche per i contadini.

Ah, e per quanto riguarda i semi napoletani? Beh, quello è un mistero tutto da scoprire… ma d’altronde, chi ama avere troppi semi in mano?

Le Carte da Gioco nella Cultura Popolare

La diffusione delle carte in Europa diede vita a una varietà infinita di giochi e usi alternativi, che andavano dall’intrattenimento alla trasmissione di messaggi simbolici. Come osserva Timothy Betts in Playing Cards and Popular Culture, le carte non erano solo un passatempo, ma anche un mezzo per veicolare satire politiche e raccontare storie. Nel XVIII secolo, infatti, i ribelli usavano le carte per scambiarsi messaggi segreti: i messaggi venivano celati all’interno delle carte stesse, permettendo loro di passare inosservati agli occhi delle autorità.

Ora avete le basi storiche per apprezzare il prossimo video di magia che vi apparirà sui social. E chissà, magari stavolta potreste perfino resistere alla tentazione di lasciare un commento e, soprattutto, di ricevere il solito “roast” da parte di Jason!