D&D: Come evitare i problemi di gruppo più comuni

dungeons and dragons guerrieri partita

Dungeons & Dragons può essere frustrante, bisogna mettere insieme un gruppo di persone a intervalli semi regolari per giocare insieme e abbiamo tutti impegni, imprevisti e diverse priorità. Ci possono essere stili di gioco incompatibili e opinioni opposte e inconciliabili, ecco alcune dritte per evitare gli ostacoli più comuni.

Il problema del ritrovarsi per giocare a D&D

Uno dei più grandi nemici di tutti i tempi in D&D è l’organizzazione delle sessioni e la presenza dei giocatori. Uno dei modi più semplici per evitare che vengano cancellate troppe sessioni è la comunicazione diretta (meglio se avviene subito all’inizio della campagna): prima di iniziare a giocare si devono discutere le aspettative di tutti. 

Oltre alle sessioni, il Dungeon Master darà la sua idea grossolana sul tema della campagna, i manuali o le regole ammesse, ecc. Se la premessa va bene a tutti si va avanti. Si stabilisce poi ogni quanto si gioca (es. ogni due settimane) e ognuno si impegna a liberare la propria agenda e rendere il gioco una priorità, nel rispetto del tempo degli altri. Gli imprevisti succedono, quindi le assenze dei singoli ci saranno, ma si può concordare che se c’è almeno la metà dei giocatori si gioca lo stesso. 

Inoltre, è sempre meglio concordare un giorno e un orario fisso in modo da renderlo una routine all’interno della settimana/mese di tutti.È meglio avere il coraggio di essere diretti (ma gentili) sin all’inizio, esprimendo l’importanza e l’impegno che sono richiesti al Dungeon Master, per evitare incomprensioni dopo.

E se qualcuno è off per un periodo di tempo?

Se c’è una persona che ha problemi a partecipare per certo un periodo di tempo, si può concordare l’assenza del suo personaggio, e si crea un motivo all’interno della storia, senza problemi. Se invece le assenze sono senza preavviso e continue, è meglio chiedere (con calma e rispetto) per capire il perché: se quella persona non si trova bene o ha problemi risolvibili si lavora insieme per risolvere, altrimenti è il caso di lasciarsi serenamente. Le premesse per il gioco sono state stabilite, per cui non dovrebbe risultare una sorpresa questa soluzione, quando su 7 sessioni se ne mancano 5. Il Dungeon Master decide insieme al gruppo se è il caso di chiedere a qualcuno di lasciare il tavolo: è spiacevole, ma le campagne di D&D muoiono principalmente perché il gruppo va alla deriva. Se c’è una base forte e una volontà chiara del gruppo, è meno probabile che ci siano persone poco investite nel gioco.

I problemi più comuni che possono uccidere una campagna di D&D

I problemi che possono sorgere quando bisogna chiedere ad una persona assente di lasciare il tavolo possono essere principalmente tre:

  1. La persona che non si presenta è un caro amic* e ci si sente in colpa a chiedere di non partecipare più
  2. La persona prende la notizia male e ci si deve discutere
  3. Ci sono più persone che non si presentano

In questi casi bisogna affidarsi alla maturità di ognuno e alle regole stabilite all’inizio della campagna, usare tatto ed empatia, dando magari un ultimatum (ma questo dipende molto dalle ragioni delle assenze).

Il Dungeon Master (e i giocatori in minor modo) dovrebbero usare il buon senso quando si crea il tavolo di gioco nel decidere chi parteciperà. Questo perché un altro problema comune è la compatibilità: non è detto che i tuoi più cari amici, nonostante la volontà di giocare insieme, abbiamo lo stesso stile o tema in mente e, giocando a qualcosa di diverso da quello che piace, è possibile che l’impegno a partecipare dopo un po’ cali, così come l’interesse. 

Riassumendo, scegli bene le persone con cui giocare, e stabilisci delle regole chiare a tutti sulla partecipazione.

Il problema del Min-Maxer e del Mega-Ego

Un altro intralcio al gioco è il tipo di persona che gioca a D&D come se fosse un gioco da vincere e non un gioco di squadra, in cui è compreso anche il DM (Dungeon Master) il cui scopo è raccontare una storia fantastica insieme. Questo tipo di persona porta con sé energia da unico protagonista del gioco, tende a cercare di rompere le sessioni e i combattimenti, uccidendo tutti i nemici da solo e usando meccaniche di gioco ottimizzate per i danni, lasciando poco spazio agli altri giocatori anche nei momenti di role play o puzzle. Questo di solito causa risentimento negli altri giocatori che potrebbero innervosirsi, ignorare il gioco quando non tocca al loro personaggio o intervenire per rimettersi al centro dell’attenzione. 

Se il Dungeon Master riceve lamentele da più di un giocatore, questo diventa un problema da gestire. Dopo un paio di conversazioni del DM con questi giocatori, se le cose non cambiano nelle sessioni successive, è meglio chiedere l’allontanamento dal tavolo. Non ci sono molte altre soluzioni purtroppo: D&D è un gioco collaborativo, dove bisogna imparare sia a giocare in squadra, valorizzandosi a vicenda, sia a gestire le conseguenze delle proprie scelte. 

Il problema del DM in esaurimento

La figura del Dungeon Master (detto anche Game Master) ha il carico di lavoro più alto, infatti sono i responsabili di molte cose tra cui: 

  • L’organizzazione delle sessioni
  • La creazione dei personaggi non giocanti (nemici e tutti gli altri)
  • Le mappe e le ambientazioni
  • La storia a grandi linee
  • La gestione dei combattimenti e dei turni
  • La musica di sottofondo (se c’è)
  • Molte altre piccole cose che rendono le sessioni più immersive e divertenti

Ogni DM è diverso e porta le sue peculiarità e personalità al tavolo, ma è innegabile che il carico di lavoro, specialmente per i DM più nuovi, è notevole.

Questa è la ragione principale che porta un Dungeon Master a decidere di terminare prima del tempo una campagna, o lasciare un tavolo di gioco. Ci sono molte ragioni per cui un DM può dare segni di esaurimento: problemi personali oppure giocatori che creano problemi al tavolo sono le più comuni. Ci sono dei segnali per presagire che il DM è stanco o poco ingaggiato:

  • Arriva al gioco senza aver preparato la sessione
  • Mostra disinteresse rispetto alla storia o alle scelte dei personaggi
  • Cancella le sessioni con scuse banali
  • Appare stanco
  • Parla apertamente delle difficoltà a preparare le sessioni

Come poter risolvere il problema del DM non più attivo


Se si arriva a questo punto, ci sono alcune possibili azioni da intraprendere come gruppo per non perdere il tavolo di gioco:

  1. Cambia il DM del gruppo: se il problema è la stanchezza e se ne parla apertamente, un’altra persona può prendere il timone del DM anche solo temporaneamente. Può essere un sollievo per il DM giocare come pg (personaggio) e staccare dalla campagna corrente per giocarne un’altra;
  2. Cambiare campagna: se il problema è che il DM ha perso interesse nella campagna per qualsiasi ragione, si cambia! Si chiude insieme la campagna con un’ultima sessione, o anche no, e poi si va avanti con qualcosa di nuovo e diverso;
  3. Risolvere i problemi del tavolo: se il problema è un comportamento al tavolo, bisogna parlarne insieme e trovare una soluzione, anche se questa fosse l’allontanamento dal tavolo o la divisione del gruppo.

Il problema della morte dei personaggi


Nella maggior parte delle campagne (ma non in tutte) la morte del proprio personaggio è possibile e, in alcuni casi, anche probabile. Oltre alla morte stessa, la modalità con cui succede è anch’essa importante. Le persone reagiscono nei modi più diversi quando accade. Nei peggiori dei casi, ci si arrabbia col DM o con i propri compagni. 

In alcuni tavoli, si può resuscitare il personaggio, oppure il DM si impegna per trovare un modo per far tornare il personaggio dall’oltretomba. In altri invece, si deve accettare la natura del gioco: i nemici vengono uccisi e così può capitare anche ai nostri eroi prima che la storia finisca. È normale rimanerci male per un po’, può anche capitare di voler saltare un paio di sessioni per riprendersi dal dispiacere, dopo di che si va avanti con un nuovo personaggio che dovrà inserirsi nel gruppo.

Il concetto di morte del personaggio è una delle informazioni chiave, insieme all’organizzazione delle sessioni e la conferma di ognuno sull’impegno alla partecipazione, che deve essere discussa all’inizio di ogni campagna o one shot. È comunque sempre meglio portarsi un chierico di 5° livello con rinascita e un bel diamante da 300 monete d’oro per sicurezza!

Il problema dei combattimenti infiniti

D&D è cambiato nel tempo, in passato il gioco era orientato sul combattimento e su dungeon tradizionali dove si esplora un posto, stanza per stanza, combattendo nemici per completare una missione.

Al giorno d’oggi molte campagne e molti tavoli sono improntati sulle interazioni tra i personaggi e il mondo in cui agiscono, a discapito di ore e ore di combattimento. Ad alcuni piace questo cambiamento, ad altri invece piace uccidere nemici, ed entrambi gli approcci sono validi e giusti.

Rimane il fatto che alcuni combattimenti possono sembrare infiniti, con tanti nemici e tanti giocatori, può passare anche mezz’ora o un’ora prima che tocchi di nuovo a noi, e nel frattempo tutti i piani che avevamo fatto per il nostro turno sono stati resi inutili dalle azioni degli altri. 

Ci sono delle piccole accortezze che possono aiutare il gioco e il tavolo nei casi di combattimenti infiniti (ma anche situazioni che, ahimè, non si possono cambiare):

  • Conosci il tuo personaggio: conoscere le abilità, incantesimi preferiti/disponibili e carattere del personaggio, ci può aiutare a capire più velocemente come agirebbe nel suo turno. Ogni round è lungo 6 secondi, quindi ci sta un po’ di strategia, ma il combattimento è una cosa veloce e non lascia molto tempo per pensare. Conoscere bene il personaggio consente di essere preparati al proprio turno.
  • Prepara un paio di opzioni per quello che farai nel tuo turno: se ci sono molti personaggi sulla mappa, può capitare che quello che avevi preparato non può più succedere per qualsiasi ragione. Allora si va all’opzione B o C che avevi preparato.
  • Non parlare se non tocca a te: nell’attesa della propria azione, si può cadere nella noia e iniziare a parlare col proprio vicino, o dare suggerimenti a chi sta giocando in quel momento. Non lo fare!
  • Immergiti nella scena: se hai già in mente cosa fare e stai aspettando il tuo turno, goditi la scena del combattimento, guarda la mappa e prova ad immaginare la scena in azione con colori, movimenti, odori e lasciati trasportare dalla storia.

Conclusione: la pazienza premia sempre

D&D è un hobby fantastico, che apre le porte a potenziali amicizie, storie e ore e ore di divertimento. Come ogni cosa nella vita, ci possono essere momenti in cui si deve essere pazienti per arrivare al tavolo giusto, ma il tavolo giusto esiste per ciascuno di noi; quindi, tira iniziativa e continua a giocare!