HYRULE WARRIORS: L’ERA DELLA CALAMITA’

Cosa è realmente successo 100 anni prima? Chi sono i quattro campioni? Come ha fatto Zelda a ottenere i suoi poteri ma soprattutto: quali sono le cause della grande sconfitta?

Queste sono le domande che noi tutti giocatori e amanti di The Legend of Zelda: Breath of the Wild ci siamo sicuramente posti più volte durante il meraviglioso viaggio narrato da Nintendo nel 2017. Domande che sono sempre rimaste lì, volutamente senza una chiara risposta, per lasciare quel tocco di mistero che noi curiosi avremmo sicuramente voluto scoprire. Ed è per questo che sono sicuro la maggior parte dei giocatori di BotW avranno accolto con gioia la pubblicazione di Hyrule Warriors: l’era della Calamità, un gioco che si proponeva con la prerogativa di darci una visuale più chiara e definita di quanto successo durante la grande guerra avvenuta 100 anni prima.

Vado subito al nocciolo della questione: il gioco è veramente la risposta alle grandi domande che avvolgono il misterioso passato di Link e dei suoi valorosi compagni caduti in battaglia? 

No. Non come ce lo saremmo aspettati.

Quello che abbiamo imparato da Hyrule Warriors, è una raccolta di esperienze e storie dei vari personaggi che abbiamo conosciuto o solamente intravisto per ovvi motivi nei ricordi di BotW: non solo i quattro campioni, ma molti altri personaggi che, onestamente, non mi sarei mai aspettato di poter utilizzare in questo gioco, la cui varietà è uno dei suoi punti di forza: sono ben 18 infatti, i guerrieri che potremo usare  nella nostra battaglia, di cui l’ultimo è una chicca finale assolutamente inaspettata e graditissima.

Per ciascuno dei personaggi principali, avremo modo di conoscere qualcosa di più su di loro: la loro storia, i loro caratteri, le loro battaglie e personali interazioni durante la preparazione all’arrivo della Calamità Ganon: un bel modo, a mio avviso, di entrare in empatia con loro, che comunque sono dei personaggi chiave della nuova storia di Hyrule iniziata con BotW ma che, per vari motivi quali la morte dei quattro campioni durante la guerra, o la perdita della memoria di Link, non abbiamo potuto conoscere così direttamente durante l’open World del 2017 targato Nintendo.

Riassumendo, quindi, avremo modo di interagire in maniera più concreta con i vari protagonisti della grande guerra e poterli utilizzare direttamente nelle nostre battaglie, fino al raggiungimento del castello e della battaglia finale contro la grande Calamità.

Quello che ci saremmo aspettati da questo gioco, giusto? E allora, che cosa lo rende diverso da farmi dire che non è così? Una sola cosa: il finale.

Attenzione: da qui in poi, questa recensione contiene spoiler!!! 🚨

Ebbene sì, la scelta di Nintendo e di Omega Force per questo gioco è stata quella di mostrarci un vero e proprio “What if?”. Di cosa sto parlando? Semplice, per chi conosce Breath of the Wild, sa benissimo che purtroppo la storia di Hyrule Warriors e della grande guerra avrebbe dovuto concludersi in una tragedia: la sconfitta e la morte dei quattro campioni, la vittoria della Calamità che mantiene il suo potere sui Colossi e sui Guardiani, ma viene rinchiusa dal Potere di Zelda, costretta a rimanere nel castello per tenere imprigionato Ganon quanto più possibile. Infine, la disfatta del nostro eroe principale Link, che viene però salvato all’ultimo, “addormentato” per cent’anni e tornato poi nel futuro (ovvero la linea temporale di BotW) a combattere e sconfiggere la calamità.

Invece, nonostante tutto l’arco narrativo della storia rimanga intatto, lasciando al giocatore una continua sensazione che presto arriverà quella tragica e amara sconfitta che già conosce, quando tutto sembra che stia per finire con la vittoria di Ganon, ecco che arriva il colpo di scena: Link, insieme all’aiuto di Zelda e dei campioni, riescono a sconfiggere la Calamità, salvando Hyrule.

Il mio parere personale di questa scelta stilistica di Nintendo è di una scelta purtroppo poco coraggiosa: Nintendo ha preferito mostrare un “Good Ending” ovvero quello che sarebbe potuto succedere se Link e Zelda avessero sconfitto la Calamità, ribaltando completamente l’arco narrativo di Breath of The Wild. 

Quello che però ha spinto tutto il mio interesse nell’acquisto di questo titolo, era proprio quella triste sensazione di dover vedere prima o poi sconfitti i personaggi che avrei portato in battaglia: un finale drammatico di una storia tragica, la linearità perfetta che mi sarei aspettato dall’inizio alla fine, e che invece è stata portata avanti per il 99% dell’avventura e poi venire ribaltata completamente nel capitolo finale. 

Non posso dire quindi di essere soddisfatto personalmente di questa storia di Hyrule Warriors, ma mi rendo anche conto di quanto questo sia un parere totalmente personale, in quanto la realtà è che tutto il resto della storia è stato raccontato egregiamente, con altissimi livelli artistici e momenti davvero emozionanti, ed infine la scoperta di Ator: un nuovo Villain misterioso di cui abbiamo saputo poco, ma che probabilmente ci verrà ricollegato in quello che sarà Breath of the wild 2.

In conclusione, non posso dire che questo titolo non mi sia piaciuto: lo dimostrano le ben 90 ore di gioco effettive, ed il completamento di tutte le quest secondarie, senza mai stancarmi troppo o sentire la ripetitività delle missioni (comunque molto presente) grazie all’enorme varietà di personaggi giocabili, tutti con bellissime personalizzazioni nelle mosse e ciascuno con una caratteristica vincente in diverse situazioni.

La delusione per la storia principale rimane, però, un neo che personalmente non riesco a togliermi dalla testa ripensando a questo titolo, che sarebbe potuto essere un perfetto prologo della saga di Breath of the Wild nella sua avvincente versione Musou.

VOTO FINALE: 6 / 10