RAINBOW – GEORGE ABE

George Abe ci scaglia senza troppi preamboli all’interno della sua storia, quella di 6 ragazzini costretti alla reclusione e di un paese in piena crisi….no non siamo nel 2020.

Siamo nel Giappone del secondo dopoguerra, un paese distrutto e in totale balia dei vincitori, un paese ben lontano da quello sfarzoso, sorridente e kawaii dei giorni nostri. 

E i nostri ragazzi non si trovano reclusi nelle proprie case, bensì all’interno del riformatorio Shonan, un vero e proprio carcere minorile che ben presto diventerà per loro un inferno.

“Fu proprio come se delle foglie cadute da un albero fossero inghiottite da un vortice”.

Da subito i protagonisti si ritrovano a dover fronteggiare violenze e soprusi inflitti non solo da una delle guardie carcerarie ma anche dallo stesso direttore; fortunatamente per loro ad aspettarli nella loro cella c’è un altro detenuto, che verrà da loro soprannominato Fratellone.

Sarà lui a fare da sensei ai ragazzi, a temprare i loro spiriti e a guidarli nella loro lotta per la sopravvivenza e per la libertà.

Con lo scorrere della trama che a dirla tutta è piuttosto semplice e a tratti scontata, intrisa da una continua e strenua lotta tra il bene e il male, assume sempre più forma la personalità dei 6, ognuno dei quali con caratteristiche spiccate e dalle quali prenderanno i soprannomi che li accompagneranno fino alla fine.

Kakizaki con i suoi disegni crudi e dal realismo prorompente non lascia nulla all’immaginazione e l’accoppiata con la storia di Abe ispirata dalle sue stesse esperienze adolescenziali (anche lui ha passato un periodo in riformatorio) ci consegna un manga travolgente e che tiene incollati dall’inizio alla fine e così anche il lettore come i protagonisti si ritrova “come una foglia caduta da un albero inghiottita da un vortice”.

SCHEDA TECNICA